Il costo del lavoro rappresenta l’insieme degli oneri finanziari sostenuti da un’azienda per l’impiego del personale dipendente. Tale costo, di rilevanza strategica, incide significativamente sul bilancio aziendale e sulla competitività sul mercato.
Le componenti fondamentali sono la retribuzione lorda (salari, stipendi, indennità e altri compensi), i contributi previdenziali e assicurativi (i versamenti obbligatori all’INPS o ad altre casse private e all’INAIL, destinati a coprire prestazioni quali pensione, malattia, maternità e infortuni sul lavoro), il trattamento di fine rapporto (l’accantonamento annuale di una quota della retribuzione, che verrà corrisposta al dipendente alla cessazione del rapporto di lavoro), costi per la formazione professionale, il materiale utile al lavoro ed eventuali benefit.
L’Articolo 4 del Decreto Legislativo 30 dicembre 2023, n. 216, ha introdotto una maggiorazione del costo del personale ammesso in deduzione. Si tratta di un beneficio di cui le aziende possono godere, se in possesso dei requisiti previsti, per le nuove assunzioni. La misura intende favorire l’incremento occupazionale ed è stata prorogata per tre anni dall’ultima Legge di Bilancio, rendendola così applicabile per i periodi d’imposta 2025, 2026 e 2027.


Chi può beneficiare della deduzione per le nuove assunzioni?
L’agevolazione spetta a imprese (individuali, società di capitali, società di persone), enti non commerciali (solo per quanto riguarda le assunzioni in attività commerciali), esercenti di arti e professioni (anche in forma associata). Non possono beneficiarne le imprese in liquidazione o in situazione di crisi e le attività che determinano il reddito in forma forfettaria. Occorre essere in possesso di alcuni requisiti oggettivi.
- Il numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato deve essere superiore rispetto all’anno precedente.
- Il numero complessivo dei dipendenti (compresi quelli a tempo determinato) non deve essere inferiore rispetto all’anno di riferimento.
- In caso di operazioni straordinarie (come ad esempio fusioni, scissioni e cessioni), conversioni di contratti da determinato a indeterminato, trasferimenti di personale tra società appartenenti allo stesso gruppo, sono previste delle specifiche ben precise.
Come si determina la maggiorazione in caso di nuove assunzioni?
La maggiorazione è pari al 20% del costo riguardante nuove assunzioni a tempo indeterminato, che può salire al 30% nel caso di lavoratori svantaggiati come specificato nell’Allegato 1 del decreto (ad esempio personale diversamente abile).
Nello specifico per calcolare l’importo ammissibile per la deduzione occorre considerare il minore tra il costo effettivo dei nuovi assunti e l’incremento complessivo delle spese di personale rispetto all’anno precedente.
Ad esempio, se un’impresa ha assunto dipendenti spendendo 100.000 euro e l’incremento del costo è pari a 50.000 euro, la maggiorazione sarà calcolata su quest’ultimo importo e quindi sarà pari a 10.000 euro (presupponendo il 20% di deduzione).
Le aziende sono tenute a documentare con precisione l’effettivo incremento occupazionale attraverso il registro delle assunzioni e delle cessazioni e le dichiarazioni fiscali conformi ai criteri previsti dal decreto legislativo.

Dettagli sul calcolo dell’incremento occupazionale
Per calcolare la media dei dipendenti, è necessario sommare il rapporto tra i giorni di lavoro previsti per ciascun dipendente e i 365 giorni dell’anno. Inoltre, per quanto riguarda l’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato, si devono considerare sia i contratti conformi all’Articolo 1 del Decreto Legislativo 81/2015, sia tutte le forme contrattuali che possono essere equiparate secondo le norme del diritto del lavoro. Per calcolare i benefici fiscali, si considerano i costi del personale in modo proporzionale al tempo di lavoro effettivo, tenendo conto delle diverse tipologie contrattuali.
- Trasformazione contrattuale. Se nel corso dell’anno di riferimento un dipendente è passato da un contratto a tempo determinato a uno a tempo indeterminato, per il calcolo dei benefici fiscali si considerano solo i costi sostenuti dall’azienda a partire dalla data di questa trasformazione.
- Lavoratori a tempo parziale. I dipendenti che lavorano part-time vengono conteggiati in proporzione alle ore effettivamente lavorate rispetto all’orario previsto dal contratto nazionale di riferimento.
- Dipendenti in somministrazione. Questi lavoratori vengono considerati in base alla durata del loro effettivo impiego.
- Soci lavoratori di cooperative. Sono trattati allo stesso modo dei dipendenti.
Utilizzo dell’agevolazione per deduzione del costo del lavoro
L’agevolazione si traduce in una riduzione dell’importo su cui vengono calcolate le tasse per le imprese. In altre parole, permette alle aziende di pagare meno imposte, abbassando il loro reddito imponibile. Occorre dunque operare una variazione in diminuzione nel Modello Redditi 2025 (per quanto riguarda il periodo d’imposta 2025). L’agevolazione non deve essere considerata per il calcolo degli anticipi IRPEF/IRES.
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